A distanza di mesi dalla loro commercializzazione, i modelli di drone DJI Air 3 e Mini 4 Pro sono riusciti a ottenere la dichiarazione di conformità Remote ID da parte della Federal Aviation Administration (FAA) statunitense.

L’ID remoto, come probabilmente saprete, è una funzione che consente a un drone in volo di fornire le proprie informazioni di identificazione e localizzazione ad altri soggetti. La FAA la paragona a una “targa digitale” per un drone. La maggior parte dei droni che operano nello spazio aereo degli Stati Uniti deve essere dotata di questa funzionalità perché le agenzie federali hanno bisogno di un meccanismo per localizzare l’operatore quando un drone sembra volare in modo non sicuro o in un luogo in cui non è autorizzato a volare.

Sia l’Air 3 che il Mini 4 Pro erano dotati di supporto nativo per la trasmissione dell’ID remoto quando sono stati rilasciati, rispettivamente, nel luglio e nel settembre 2023. Tuttavia, la FAA non aveva approvato le loro dichiarazioni di conformità.

La situazione è cambiata: le certificazioni ufficiali di approvazione sono ora disponibili per il download dal sito web della FAA.

Vale la pena ribadire che la FAA ha posticipato il termine di applicazione della norma sull’ID remoto a marzo 2024. Ma DJI ha costantemente rilasciato aggiornamenti del firmware per far rientrare alcuni dei suoi vecchi modelli di drone nella rete di conformità del Remote ID, perché l’agenzia governativa si aspetta che gli operatori si conformino ai requisiti della norma il prima possibile. L’aiuto viene offerto soprattutto a coloro che hanno problemi a reperire moduli di trasmissione aggiuntivi. Quindi, se si può aderire alla regola semplicemente aggiornando il firmware del proprio drone, non ci sono scuse reali per la non conformità.

I modelli di drone DJI più recenti che hanno inserito le funzionalità di trasmissione Remote ID sono i Mavic 2 Pro e Zoom e il Phantom 4 Pro V2.

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