Nel cuore delle foreste pluviali del Borneo, tesoro di biodiversità, c’è un primate, unico e bellissimo, che può però essere avvistato molto raramente. Questo territorio un tempo era una lussureggiante foresta pluviale tropicale, diffusa sull’intera isola del Borneo, dove l’orangutan avrebbe potuto abitare e prosperare senza confini. Ora, tuttavia, poiché queste foreste hanno lasciato spazio allo sviluppo dell’uomo, le popolazioni di questo primate sono diminuite rispetto all’era premoderna. Si sta facendo molto per salvare e proteggere le foreste e gli orangutan, ma ci sono degli ostacoli da superare. Perché gli specialisti della conservazione e il governo possano valutare l’efficacia delle loro azioni di intervento e protezione, è essenziale sapere quanti orangutan sopravvivano oggi. Si tratta di un censimento estremamente difficile, poiché coinvolge un’ampia area e, per di più, di difficile accesso, ma la necessità di un metodo accurato per contare gli orangutan nella foresta pluviale non è mai stata così cruciale.

Il Dott. Biruté Mary Galdikas, conosciuto per avere dedicato una vita alla ricerca sugli orangutan, e la sua studentessa dottoranda Ruth Linsky, insieme al Servizio del Parco Nazionale di Tanjung Puting e all’Università Partner Antakusuma, stanno sperimentando un metodo innovativo per il conteggio degli esemplari rimasti. Grazie alla tecnologia dei droni hanno potuto rivoluzionare e rendere più efficaci gli sforzi di censimento degli orangutan.

Il Dott. Galdikas, fondatore della Orangutan Foundation International (OFI), studia e sostiene gli orangutan dal 1971. Gli orangutan, che tra i mammiferi sono quelli più vicini a noi poiché condividono il 97% del nostro patrimonio genetico, affrontano una situazione drammatica mentre i loro habitat stanno rapidamente scomparendo a causa della deforestazione e della frammentazione.

La necessità di un censimento accurato degli orangutan

Un secolo fa, il Borneo ospitava circa 230.000 orangutan. Tuttavia, l’ultimo censimento ufficiale nel 2016 stimava una presenza tra i 50.000 e i 60.000 esemplari nel Borneo e 14.200 a Sumatra.

Il Dott. Galdikas sottolinea l’urgenza di un censimento accurato quando afferma: “Gli orangutan sono in grave pericolo e non sappiamo nemmeno esattamente quanti ne rimangano. Abbiamo bisogno di un censimento preciso per determinare se tutte le nostre iniziative per la loro tutela sono efficaci o no.”

Tutti i limiti del censimento tradizionale degli orangutan

I metodi tradizionali di censimento degli orangutan prevedono il conteggio manuale dei “nidi” lasciati dagli orangutan durante l’attraversamento della foresta pluviale. Per contare i nidi, i ricercatori sul campo percorrono a piedi la foresta, alzando lo sguardo per scrutare tra la fitta vegetazione e individuare i segni lasciati da una famiglia di orangutan. Poiché gli orangutan costruiscono un nuovo nido ogni notte, il loro numero totale in una precisa area di foresta pluviale può essere sfruttato per dedurne la popolazione di orangutan. Questo approccio, tuttavia, deve fare i conti con diversi limiti, tra cui la lentezza, la fatica, i costi elevati e l’impatto ambientale. Inoltre, può essere compromesso da errori umani, produrre stime diverse e, alla fine, risulta impreciso.

Droni: come cambiano il censimento degli orangutan

Ecco perché deve entrare in gioco la moderna tecnologia dei droni. In particolare, si presta a questo scopo il drone termico DJI Matrice 30T. L’approccio innovativo permesso da questi modelli consente ai ricercatori di individuare e contare gli orangutan direttamente, garantendo moltissimi vantaggi quali una maggiore accuratezza, risultati più rapidi, costi ridotti, minor impatto ambientale e condizioni più sicure per i ricercatori.

Il DJI Matrice 30T, dotato di avanzate capacità di ripresa con sistema termico (imaging termico), zoom potenti e precisi e funzioni di intelligenza artificiale, è all’avanguardia nella rivoluzione degli sforzi di censimento degli orangutan al di sopra della fitta canopia delle foreste pluviali del Borneo.

La telecamera termica consente ai ricercatori di individuare e visualizzare le emissioni di calore degli orangutan, anche in ambienti complicati, avvolti da fitta vegetazione e coperti dalla canopia.

La tecnologia degli zoom migliora le capacità del drone di concentrarsi su limitate aree di interesse, garantendo un’esame più dettagliato e preciso. Sfruttando l’IA, il drone può analizzare i dati termici e distinguere gli orangutan dal loro ambiente, facilitando una rilevazione efficace e accurata.

Questo sistema integrato di tecnologie all’avanguardia non solo semplifica il conteggio, ma fornisce ai ricercatori una comprensione completa delle condizioni della popolazione locale di orangutan, contribuendo così a strategie di conservazione basate su maggiori informazioni.

Implicazioni potenziali del progetto

In caso di successo, questo progetto ha il potenziale per rivoluzionare non solo i metodi di conteggio degli orangutan, ma può essere esteso come modello per risolvere il problema del censimento (e della tutela) di altre specie in pericolo.

L’uso intelligente dei droni mostra il potere della tecnologia e dell’innovazione nella protezione degli abitanti più vulnerabili del pianeta. I droni si sono dimostrati strumenti preziosi per i ricercatori della fauna selvatica, fornendo dati accurati, utili alle politiche di conservazione e per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Questa iniziativa rivoluzionaria mostra la capacità dei droni di trasformare il modo in cui i ricercatori contano e proteggono le specie in pericolo. Abbracciando i progressi tecnologici, il progetto prepara il terreno per un censimento della fauna selvatica più efficiente e accurato, a cominciare dagli orangutan del Borneo. L’impatto promette di essere radicale, offrendo speranza per la sopravvivenza delle specie in pericolo e sottolineando il ruolo cruciale che l’innovazione, anche tecnologica, svolge negli sforzi di conservazione.

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