La città di New York ha annunciato l’estate scorsa che sarebbe stato consentito un uso più ampio di droni da parte di operatori pubblici e imprese nella città. Il Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) ne ha subito approfittato: ora sta pianificando di espandere ulteriormente la propria attività con gli UAV (Unmanned Aerial Vehicle, velivolo senza pilota).

I funzionari del dipartimento di polizia della metropoli statunitense hanno infatti dichiarato che, in seguito all’iniziativa del sindaco Eric Adams di liberalizzare le regole di autorizzazione per i voli dei droni in città, l’impiego di questi velivoli da parte delle forze dell’ordine è aumentato di quasi il 500% rispetto all’anno precedente. Oltre ai diversi scenari di sicurezza pubblica in cui sono stati sfruttati finora, le autorità annunciano che sarà creata una serie di “porti” per UAV sui tetti, allo scopo di consentire una risposta rapida alle chiamate al 911.

“Questi droni sono una svolta… e li abbiamo usati il 480% in più rispetto all’anno scorso.”, ha raccontato il vice commissario per le operazioni del NYPD, Kaz Daughtry, alla WNYW TV), l’emittente televisiva locale di proprietà della Fox. “I droni vengono dispiegati ogni giorno.”, ha precisato il funzionario.

Sebbene uno degli obiettivi principali del sindaco Adams fosse il miglioramento generalizzato del servizio pubblico e delle operazioni aziendali volte a migliorare la vita dei residenti, la riduzione delle rigide restrizioni sull’uso dei droni da parte dell’ex agente di polizia è stata anche un chiaro incoraggiamento a un impiego più vasto e frequente dei droni proprio da parte della polizia di New York.

Ora sono in corso piani per stabilire una rete di strutture sui tetti per consentire ai velivoli del NYPD di essere pronti a rispondere alle emergenze. Secondo il sito The Gothamist, attento ai cambiamenti nella città, i droni del dipartimento risponderanno a “selezionate chiamate al 911 in cinque distretti di polizia di New York City, incluso Central Park”.

I dettagli su tutte le posizioni e le situazioni in cui saranno chiamati a intervenire i droni sono ancora sconosciuti, ma l’organo di informazione avrebbe già rilevato “tre porti per i droni a Brooklyn, uno nel Bronx e uno a Central Park”.

L’intraprendenza nell’espansione dell’uso dei droni da parte della polizia rischia tuttavia di vacillare di fronte alle pressioni organizzate dei politici nazionali, tra cui la legislatrice di estrema destra della Camera dei Rappresentanti dello stato, Elise Stefanik, alla guida di una campagna per limitare (bandire, quasi) i droni DJI negli Stati Uniti.

Nel corso di una recente audizione al Congresso sull’uso dei droni nella risposta alle emergenze, Daughtry è stato messo sotto pressione riguardo agli UAV DJI nella flotta di quasi 90 velivoli del NYPD. Ha infine ammesso che la polizia si muoverà per eliminare gradualmente l’uso della tecnologia DJI, chiaramente in risposta alla campagna di blacklist da parte dei politici nazionali e statali.

Ma mentre descriveva questo significativo mutamento di approvvigionamento da parte del NYPD, Daughtry ha anche informato i legislatori sulla cruda realtà della produzione statunitense in questo settore, nonché della difficoltà in cui si trovano i servizi pubblici quando i politici si intromettono nel lavoro di sicurezza pubblica come sostenitori delle lobby statunitensi degli UAV.

I produttori stranieri “hanno capacità che quelli locali non possono offrire a quel costo, e stiamo parlando di un’arma o uno strumento di cui i nostri agenti in prima linea hanno bisogno per proteggere le nostre vite,” ha dichiarato Daughtry ai membri del comitato del Congresso che lo interrogavano sulla preferenza del NYPD per i droni DJI.

Quando gli è stato chiesto come DJI potesse avere un tale vantaggio in termini di prestazioni e prezzo rispetto alle opzioni statunitensi, Daughtry ha risposto ai membri del comitato di aver informato personalmente i CEO delle aziende americane che i droni DJI “funzionano meglio dei vostri droni.”

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